Oggi a impressionare è la velocità con cui le nuove tecnologie cambiano le nostre prospettive: neanche il tempo di portare in azienda i primi strumenti AI che già siamo catapultati nell’era dell’Agentic AI, pronta a cambiare di nuovo le carte in tavola.
Nell’European CFO Survey Spring 2024 di Deloitte 8 CFO su 10 hanno rilevato un aumento della propria influenza nel CdA della propria azienda, con un ruolo che non è più solo di natura finanziaria, ma sempre più di “business partner” o “functional leader”.
Nuove responsabilità, quindi, ma anche nuove sfide, da affrontare investendo in competenze, processi e strumenti, ma soprattutto in talenti non facili da attrarre.
A fare da contraltare ci sono però le prospettive di crescita: una ricerca di Michael Page evidenzia come siano in aumento i CEO aziendali che in precedenza hanno ricoperto il ruolo di CFO, a testimonianza di come la capacità di affrontare sfide e incertezze si dimostri strategica per guidare business in tempi sempre più complessi e veloci.
CFO, oltre la finanza c’è di più
I CFO oggi hanno ben chiara l’importanza di investire in digitalizzazione, non fosse altro perché sono i primi a beneficiarne: la pronta disponibilità di dati finanziari e non, anche in tempo reale, permette loro – con i giusti strumenti – di pianificare meglio e ridurre sprechi e disottimizzazioni.
Nel 2025 la sfida si fa però più complessa: la crescente necessità di rispondere a obblighi di rendicontazione non finanziaria impone la raccolta, gestione e condivisione di nuove classi di dati e l’impostazione di nuove metriche di cui tenere conto nelle valutazioni d’impresa.
La sostenibilità entra prepotentemente nel quotidiano dei CFO, anche in virtù dell’impatto delle metriche ESG (Ambientali, Sociali e di Governance) sulla finanziabilità delle imprese e sul loro accesso a condizioni più o meno vantaggiose.
Se da una parte si fa strada qualche spiraglio di semplificazione e armonizzazione tra normative complesse e in qualche caso confliggenti, è evidente come fare impresa richiede oggi un crescente numero di attenzioni e adempimenti, che sempre più coinvolgono e impegnano, più o meno propriamente, la funzione AFC.
CFO e automazione, tra necessità
e opportunità
La necessità di seguire e coordinare cambiamenti complessi e nuovi processi, come quelli legati alla rendicontazione non finanziaria, rende strategici investimenti in tecnologie – come quelle RPA, Robotic Process Automation – che permettono di automatizzare il più possibile attività ripetitive a basso valore aggiunto, con il duplice vantaggio di liberare tempo per attività di maggiore valore e realizzare un ambiente di lavoro più attraente per nuovi talenti.
Anche queste tecnologie stanno subendo importanti cambiamenti, con le Agentic AI che iniziano a rendere ipotizzabili automazioni che vanno oltre la mera raccolta delle informazioni, arrivando a consentire di portare avanti in semi-autonomia o autonomia interi processi.
Attenzione però, per arrivare a questi risultati la gestione dei dati è fondamentale. Non basta raccogliere informazioni: è essenziale garantire la qualità, l’integrazione e la fruibilità dei dati stessi attraverso solide politiche di governance allargata e multiforme.
Per poter ottenere i benefici promessi dall’AI assicurare tutte queste condizioni è un requisito imprescindibile ed è quindi necessario che tutta l’organizzazione sia permeata da una cultura del dato diffusa.
CFO, AI e l’arte di immaginare
il futuro
Come dicevamo, sempre più ai CFO viene chiesta da parte dei colleghi la capacità di anticipare con ragionevole plausibilità il futuro, quale che sia il fronte.
Le attività di Analisi e Pianificazione Finanziaria (FP&A, dall’inglese Financial Planning & Analysis) rientrano da sempre nel cuore del mestiere della funzione Finanza, ma le nuove risorse tecnologiche sempre più fanno la differenza per le aziende che sanno metterle a frutto.
Attraverso risorse di AI generativa, ad esempio, oggi è possibile arricchire set di dati incompleti per alimentare con maggior beneficio algoritmi predittivi.
Ecosistemi ormai maturi – pur in costante evoluzione – come quello di Microsoft Fabric abilitano e agevolano questo tipo di esperienza, permettendo ai CFO e ai loro collaboratori di immaginare scenari “what if” che sono subito disponibili e, soprattutto, sufficientemente affidabili.
Se poi si riesce a estendere questo tipo di risorse a tutta l’azienda, in logiche XP&A (eXtended Planning & Analysis), creando un linguaggio comune per tutte le funzioni, i potenziali vantaggi sono davvero significativi.
La funzione AFC, il nuovo ascensore aziendale?
Come abbiamo visto, i CEO che hanno nel loro curriculum ruoli nella funzione AFC sono in costante crescita.
Questa è un’importante opportunità per le persone impegnate in questa funzione, ma chi la gestisce deve essere in grado di creare condizioni attrattive, anche tenendo conto delle leve che motivano le persone di maggior talento.
Come dicevamo, l’introduzione di forme di automazione (RPA), capaci di sgravare il personale da attività a basso valore aggiunto, è un punto a favore delle aziende che le adottano, prospettando alle persone da attrarre attività di maggior rilievo.
La possibilità di generare valore aziendale nella funzione AFC è significativa, soprattutto quando vengono affrontate con la giusta determinazione le tante sfide.
I tanti cambiamenti in corso possono comportare per le aziende spese che possono essere significativamente ottimizzate, ma per saperlo fare al meglio, senza inficiare l’operatività dell’impresa, servono figure ibride, capaci di comprendere realmente la reale utilità di ogni singola spesa e dialogare al meglio con i colleghi di altre funzioni.
La confidenza con i dati e gli strumenti di analisi sono poi requisiti fondamentali per cogliere opportunità, ma allo stesso tempo servono competenze normative – e tanta pazienza – per addentrarsi nei meandri di adempimenti sempre più pressanti e stringenti.
Il CFO è sollecitato quindi nel dare forma ad un team composto da persone molto più multidisciplinari rispetto al passato – anche recente – e, soprattutto, capaci di affrontare e gestire innovazione e cambiamento. L’eccellenza è importante, ma non basta: è la varietà delle competenze a fare la differenza.
A ricompensare questi talenti ci sono sfide complesse, capaci di forgiare competenze verticali e trasversali molto apprezzate in azienda e spesso in grado di aprire le porte a ruoli dirigenziali, inclusi quelli apicali.
Bi Factory: al fianco dei C-Level nei processi di Trasformazione Digitale
In questo scenario, così complesso e sfidante, Bi Factory si propone come Data Knowledge Advisor, per supportare i C-Level – tra cui i CFO – nella gestione dei dati e nell’adozione di tecnologie avanzate. La nostra missione è aiutare le aziende a progettare soluzioni data-driven, rivedendo processi e implementando modelli predittivi che rendono le imprese più competitive e antifragili.
Ogni giorno collaboriamo con persone in ruoli decisionali per affrontare sfide che si fanno sempre più globali, supportandone i processi decisionali attraverso strumenti basati sui dati sempre più potenti e sofisticati.
Come dicevamo è un processo che, per rendere al meglio, ha bisogno di dati su cui fare affidamento e, soprattutto, cultura del dato, due aspetti fondamentali che affrontiamo insieme ai nostri clienti nei tanti progetti che portiamo avanti insieme.