Poc: Ritrovare la giusta chimica

poc la giusta chimica

Portare i dati della propria organizzazione a un livello superiore richiede sperimentazione e una sensibilità data-driven aperta all’innovazione.

Noi di BiFactory insistiamo più volte su quest’ultimo punto perché siamo ben consapevoli che la rivoluzione digitale ha coinvolto – in maniera eterogenea – quasi tutte le imprese italiane.

Quando l’obsolescenza è dietro l’angolo

Tuttavia, alcune infrastrutture di gestione dei dati all’interno dell’impresa diventano notoriamente lente, con una tecnologia a volte quasi obsoleta nell’ipervelocità dei nuovi contesti. Il problema non è l’asset tecnologico in sé, quanto la sua validità dopo un certo intervallo di tempo; consideriamo ad esempio, alcuni fattori esogeni ed endogeni che stanno mutando l’ecosistema.

  • Cambiamento nel mercato o nel settore di riferimento (assenza parziale di una materia prima, aumento del suo prezzo, se si parla del manifatturiero).
  • Cambiamento interno all’impresa (crescita del personale, apertura di nuovi orizzonti geografici di business, necessità\possibilità di lavorare in smart working).
  • Mutamento delle condizioni di relazioni sempre più indirizzate al digitale e alle sue nuove declinazioni (es. il Metaverso).

Cosa dovresti sapere sul POC

Abbiamo sintetizzato soltanto alcuni scenari che potrebbero indurre a una riflessione più profonda sul proprio asset tecnologico e sulla sua validità nel tempo, nel contesto di riferimento e all’interno dell’organizzazione.

Per un cambiamento sempre più “in digitale” nella propria organizzazione, dobbiamo partire da un’attitudine metodologica, un esercizio tecnico:  dal “proof of concept” (PoC). 

Potremmo definire il PoC come l’insieme delle tecniche di sperimentazione che permettono a un’organizzazione di comprendere le potenzialità di un progetto (nel nostro caso, è basato sui dati), trovando la sua centralità nel data warehouse o un modello analitico.

Dalle domande al Modello

L’obiettivo del PoC è quello di sviluppare in tempi brevissimi una soluzione preliminare di scopo, così da permettere a tutti gli stakeholder di lavorare fin da subito su un modello analitico (fruibile e condivisibile), dando una percezione concreta di quello che sarà il percorso del progetto, in convergenza ai risultati attesi (gli obiettivi).

1. Porsi le giuste domande:  il “Nice to have” 

Lo sviluppo di un PoC è un approccio che noi di BiFactory consigliamo per iniziare a validare un’ipotesi progettuale concreta partendo da un caso studio.
Come primo step, dobbiamo avere una visione chiara del nostro scopo di business e dei processi aziendali in cui è incorporato. Di norma, un valido business case è speculare di un solido processo aziendale.

Nella definizione dell’obiettivo sono importanti le consultazioni con gli stakeholder di quel determinato processo di business per comprendere le esigenze da soddisfare e soprattuttto lo scopo finale e prospettico.

Queste linee guida possono aiutare le organizzazioni:
  • Da dove iniziare: stakeholder e obiettivi.
  • Quali reparti da coinvolgere?
  • Quali aree funzionali? (es. pianificazione finanziaria, logistica. magazzino)
  • Quali risultati attendersi?

Un PoC richiede normalmente una riflessione sui punti deboli (per esempio, utilizzando un termine anglosassone pain points) sul proprio sistema di gestione di base di dati. Alcuni sistemi, ad esempio, possono essere privi di funzionalità o anche poco scalabili per gestire le attuali richieste di data analysis.

I processi inoltre per la loro specificità richiederebbero di essere affrontati in ottica multidisciplinare con competenze tecnico-funzionali interne del cliente, con il supporto di competenze più specifiche.

2. La Roadmap secondo BiFactory: una questione di data quality

Oltre a quanto descritto precedentemente, si deve valutare anche la disponibilità e la qualità dei dati che circondano il PoC (dalle sorgenti dei dati stessi alla loro “pulizia”, fino all’ottenimento dei KPI).

3. Deliverable: Dal Test al Modello

Oltre a testare il modello, lavoriamo con il team interno del cliente per valutare la pertinenza e le prestazioni del PoC, in termini di proseguimento progettuale.

La valutazione dell’impatto del Proof of Concept mira ad essere più tangibile e misurabile possibile, e dove consentito, una possibile valutazione predittiva.

4. Cosa succede dopo il Proof of Concept?

Un PoC non ha l’obiettivo di creare immediatamente una soluzione completa, ma un prototipo operativo attraverso il quale possiamo misurare preventivamente la linea progettuale. Questo consente di prendere decisioni informate dati riguardo al potenziale futuro del progetto.

Un esempio di PoC: HUB REPORTING

Applicato nel settore FARMACEUTICO – “low-dose medicine”

La necessità dell’Azienda, su mandato della “Direzione” è stato quello di implementare un modello di “supervisione del business” sia nell’attività corrente ma, che potesse anche gettare le basi per una futura predisposizione alla cosiddetta “business predictivity”.

Dopo una “due diligence” di una primaria società di consulenza specializzata, che ha individuato tutta una serie di elementi organizzativi, operativi e di processo, siamo passati all’implementazione del progetto che per interpretare la centralità dello scopo, abbiamo denominato “HUB REPORTING” ovvero “l’agorà o asset primario” dell’impresa dove confluiscono tutti i dati sensibili (dalle varie sorgenti ERP/SAP e CRM dedicati, nonché fogli Excel e altri tipi di dati) per la conduzione delle attività di business (commerciale e di controllo gestione) dell’impresa stessa, attiva dal canale diretto all’indiretto e con personale “mobile worker”.

Questo asset, sarà la fonte depositaria e centralizzata “per ogni tipo di consultazione di business”, multistakeholders, sicura e utilizzabile in ogni momento anche in mobilità.

In questo ambito il primo passo per verificare la “chimica” del progetto, le idee, le ipotesi e amalgamare il team bilaterale di progetto, abbiamo dato vita al PoC.

Partendo dall’acquisizione di “cluster settoriali di dati” ( es. le vendite) e generare un primo modello dati in Cloud Azure navigabile con POWER BI. In questo modo i vari stakeholders del Cliente hanno potuto “toccare con mano” con approccio “agile” ossia man mano che veniva rilasciato il lavoro medesimo.

Questa fase (PoC) è centrica in quanto offre una visibilità sia dell’impostazione che soprattutto dei punti critici che ci si troverà ad affrontare…

Per Noi di BiFactory il PoC è il cardine del progetto, o come la chiamiamo … La leva abilitante del successo.

Condividi l'articolo su

Vuoi ricevere
gli aggiornamenti
sui nostri servizi?

Iscriviti alla nostra Newsletter!